“Eccellenza Reverendissima, il mio non è solo un saluto di benvenuto tra noi. E’ l’augurio che intendo esprimerle a nome di tutta intera la città che rappresento.
Quella città che si onora di aver dato i natali a tre santi, anche se non ancora ufficialmente dichiarati tali dalla Chiesa: Papa Benedetto XIII, di cui quest’anno ricorre il terzo centenario della elevazione al Sommo Pontificato; Teresa Orsini Doria Pamphilj, Fondatrice delle Suore Ospedaliere della Misericordia; e don Eustachio Montemurro, Fondatore delle Suore Missionarie del Sacro Costato e dei Piccoli Fratelli del Santissimo Sacramento.
Quella città in cui sono germogliate molte altre Congregazioni religiose, che non dimentichiamo, anche se, purtroppo, alcune estinte. Senza dimenticare una donna cittadina gravinese, esemplare, decisa, determinata, animata da sani principi, Gentilesca Gravina, che dette alla luce san Francesco de Geronimo.
Perciò, queste sono le basi, sono i presupposti e, quindi, l’augurio perché lei possa infondere, in questa porzione di Chiesa locale, i sentimenti di stima, di affetto, di gratitudine, così come hanno saputo fare i suoi predecessori, quando, alla luce delle loro paternità, hanno espressamente dichiarato di voler fare del proprio clero le pupille dei loro occhi.
Il mio pensiero va a quei Pastori che, nel passato di questa ultramillenaria Diocesi, hanno sentito, hanno percepito, hanno trasmesso e colto il profumo di Chiesa. Cioè, il profumo di Chiesa non distante dal proprio popolo. Una Chiesa in cammino verso nuovi traguardi di presenza costante, continua, per disegnare il progetto di identità cristiana. Un cammino fatto di fede e di speranza.
Eccellenza Reverendissima, in questo primo giorno d’incontro con lei e quindi di festa, per salutare colui che viene nel nome del Signore, oltre ad esprimerle tutta la nostra fiducia, la nostra collaborazione, pur nella differenza, nella distinzione e nella diversità dei ruoli, le auguriamo di poter essere, come disse Papa Benedetto XVI il giorno della sua elezione al Soglio di Pietro: “un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”, un “Pastore che pasce i suoi agnelli”, come riportato nel suo stemma episcopale.
Insieme per costruire la società migliore. Insieme per trovare i punti di incontro, di equilibrio e proseguire verso le vie convergenti per realizzare l’umanizzazione e la cristianizzazione, sempre più necessarie, della nostra storia futura. Insieme perché i nostri protettori San Michele Arcangelo e San Filippo Neri la proteggano e ci proteggano”.