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Candidatura a de.C.O. Fischietto cola cola di gravina in puglia

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Data di pubblicazione - 03/10/2025

Descrizione

PREMESSA
In riscontro a una comunicazione pubblica e al successivo sollecito pervenuto dai membri di questa commissione, sono stati forniti e allegati i seguenti documenti:
1. Il lavoro eseguito nel 2014 per conto del Comune di Gravina in Puglia da Mauro Bubbico e Pino Navedoro.
2. Il lavoro privato intitolato "La Carne del Diavolo" (1995), realizzato dai professori Tobia Granieri e Franco Laiso.
3. Il lavoro condotto nel 2017 per conto del Comune di Gravina in Puglia dal Presidente dell'Associazione Territoriale Imprenditori, Michele Capone.
4. Il lavoro privato realizzato dal signor Marco Tritto, referente de "La Casa della Cola Cola."


Le preziose informazioni raccolte sono state sintetizzate in questo rapporto, enfatizzando principalmente le similitudini tra gli studi. L'obiettivo primario della commissione è la definizione delle specifiche caratteristiche dei fischietti Cola Cola che, da questo momento in poi, potranno fregiarsi del marchio De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine). È importante sottolineare che questo manufatto si è dimostrato un patrimonio rilevante per la comunità gravinese nel corso dei secoli, tanto da essere costantemente rivitalizzato quando sembrava che la sua tradizione potesse interrompersi. Questa continuità nella produzione è stata assicurata da vari operatori che hanno preso il testimone quando i fratelli Loglisci, per ragioni di salute o all'estero, non potevano più produrlo.
Le vendite sono state costantemente attive, sia attraverso diversi negozi locali che grazie a bancarelle commerciali ambulanti e mercatini organizzati in occasione di eventi cittadini e feste. Va inoltre menzionato che, sia a Gravina in Puglia che in diverse parti del mondo, esistono collezionisti che possiedono centinaia di opere a tema Cola Cola prodotte nel secolo scorso. Diversi soggetti con ruoli vari hanno costantemente sostenuto questo manufatto, garantendo la preservazione sia della sua memoria che delle tecniche di produzione. A tutti loro, la Commissione De.C.O. 2022 rivolge un sentito ringraziamento.
 

ORIGINE DEI CUCULI
Il periodo di massima diffusione dei fischietti si collocava tra la fine del XIX secolo e gli anni '50, precedentemente all'avvento della plastica. Solitamente, questi fischietti venivano regalati ai bambini in occasione di festività, spesso in concomitanza con l'arrivo della primavera e della Pasqua. Questo legame con il mondo infantile è rintracciabile anche nei corredi funerari delle civiltà pre-cristiane, così come nelle tradizioni delle antiche civiltà dell'America Centrale e Meridionale pre-colombiane. Nel caso di un bambino defunto, i genitori donavano "l'ultimo fischietto" affinché il piccolo, nel suo passaggio all'aldilà, potesse esorcizzare il male e difendersi. A questi oggetti hanno dedicato il loro studi alcuni antropologi di grande spessore come Antonio Uccello, fondatore della Casa Museo di Palazzolo Acreide, e Giuseppe Pitrè, fondatore del Museo Etnoantropologico di Palermo. Questi studiosi hanno contribuito a restituire dignità a tutti gli oggetti appartenenti alla civiltà contadina, considerandoli testimonianze di tradizioni e radici culturali profonde.
Le ricerche archeologiche nel campo della musica sono piuttosto rare, principalmente a causa dell'assenza di una disciplina specifica dedicata ai suoni della preistoria. Unica eccezione in questo deserto di pubblicazioni specifiche è il catalogo del Museo Etnologico di Berlino del 1974, che documenta oltre 200 esemplari di fischietti preistorici esposti nella sua collezione. L'origine della musica, in particolare l'invenzione degli strumenti musicali, è situata nella fase primordiale della sperimentazione umana. Dai reperti archeologici in osso, pietra e conchiglia, così come dai graffiti e dalle pitture, le uniche testimonianze giunte fino a noi nel corso del tempo, emerge che la storia degli strumenti musicali segue il percorso degli utensili utilizzati dall'umanità. Questi oggetti sembrano essere nati nella preistoria non come strumenti per il puro intrattenimento, ma come mezzi per pratiche rituali e scopi utilitari, e soprattutto per la sopravvivenza in situazioni di pericolo. Il numero e la variabilità dei suoni emessi dai fischietti potevano essere utilizzati per segnalare la presenza di animali feroci, l'imminenza di incendi, tempeste o altre minacce. Anche oggi, il fischio viene utilizzato per attirare l'attenzione degli esseri umani e degli animali o per esprimere
disaccordo. A Caltagirone, presso il museo della ceramica, è conservato un fischietto di epoca preistorica che, prima di essere oggetto di restauro, non era stato compreso appieno nel suo significato e utilizzo storico. Tuttavia, la letteratura relativa ai fischietti di terracotta e agli oggetti di arte popolare in generale è ancora piuttosto limitata, principalmente a causa della loro scarsa considerazione organologica e antropologica nel passato. Recentemente, con il crescente interesse da parte dei collezionisti, sembra essersi rinnovato un settore di grande interesse. Qui, la tradizione può armonizzarsi con elementi nuovi, contribuendo a rafforzare l'identità culturale di una comunità. È importante sottolineare che la valorizzazione del patrimonio passato non implica un regresso, ma costituisce un punto di partenza per stimolare nuove idee e soluzioni. Il fischietto in questione è composto da due piccoli vasetti di argilla nerastra decorati con graffi stilizzati, saldati insieme dalle loro pance e collegati attraverso fori praticati nella giuntura. Al centro del fischietto è applicato un piccolo beccuccio utilizzato per l'insufflazione d'aria. L'idea alla base di questo strumento era che, riempiendo i due vasetti con acqua e facendo passare l'aria attraverso il beccuccio, si creasse un caratteristico gorgoglio. Questo suono probabilmente veniva utilizzato durante la caccia nei boschi come richiamo per gli uccelli e altri animali. Gli inizi della musica, in particolare dell'invenzione degli strumenti musicali, risalgono alla preistoria dell'umanità. Dai reperti archeologici in osso, pietra e conchiglia, nonché dalle testimonianze pittoriche e graffite, uniche tracce giunte fino a noi, emerge che la storia degli strumenti musicali è strettamente legata all'evoluzione degli utensili utilizzati dall'uomo. Questi oggetti sembrano essere nati inizialmente nella preistoria non come strumenti per il puro divertimento, ma come mezzi per pratiche rituali, scopi utilitari e soprattutto per la sopravvivenza in situazioni di pericolo. Il numero dei fischi e la variabilità sonora potevano essere utilizzati per segnalare la presenza di animali pericolosi o avvisare di pericoli come incendi o tempeste. Ancora oggi, i fischietti vengono utilizzati per richiamare l'attenzione degli esseri umani e degli animali o per esprimere disaccordo. La storia degli strumenti musicali inizia con la comparsa dell'Homo sapiens nel paleolitico superiore, circa
40.00 anni fa. Parallelamente allo sviluppo dell'arte simbolica e figurativa, si hanno i primi oggetti bucati artificialmente come pendagli ornamentali, fischietti di falange, raschiatoi e rombi. I primi flauti, tubi in osso con fori, compaiono circa 25.000 anni fa. Nel paleolitico superiore e nel mesolitico, si trovano anche i primi fischietti realizzati con piccole ossa del piede.
Flauti realizzati con ossa di grossi uccelli, pipistrelli e lepri, dotati di vari fori, sono stati scoperti in Francia, Inghilterra e Stati Baltici. Successivamente, nel corso della storia, si sono trovati esempi di antenati dei fischietti in Egitto, risalenti a circa 3.300 a.C. Si hanno notizie di fischietti risalenti al 2.700 a.C. in Cina e successivamente al 1.400-1.200 a.C. Altri ritrovamenti sono stati effettuati in Mesopotamia e in India intorno al 2.800 a.C., a Gerusalemme intorno all'1.050 a.C. e al 44 a.C., in Iran verso l'800 a.C. e in America durante il periodo pre-colombiano. Il fischietto ha avuto un ruolo significativo anche in Europa, in particolare tra i Greci, che hanno notato che questi strumenti venivano collocati nelle tombe dei bambini egiziani come parte del corredo funerario. Un esempio notevole è stato rinvenuto a Ruffano, nel Salento, risalente all'epoca della colonizzazione greca, secondo quanto riportato da Anna Rossi nel 1960. È interessante notare che nelle antiche civiltà mesopotamiche, pur se non ci sono testimonianze dirette, sembra che i fischietti fossero ampiamente utilizzati, anche se la loro fragilità nel corso del tempo ne ha comportato la distruzione, rendendoli non riconoscibili.
Le influenze culturali dell'Oriente hanno spesso avuto un impatto significativo sulla civiltà occidentale, soprattutto nell'ambito artistico. La civiltà mesopotamica ha contribuito all'origine di numerose popolazioni europee attraverso il contatto con le popolazioni costiere, permeate della cultura assiro-babilonese, che vennero in contatto con i Greci di Cipro e dell'Asia Minore.


Infine, è degno di nota che nell'Iraq Museum, nel novembre del 1994, sono stati esposti due esemplari di fischietti in terracotta appartenenti alle civiltà "cassita," risalenti al XIV-XIII secolo a.C. Inoltre, vicino alle coste del Pacifico, sono stati rinvenuti fischietti raffiguranti animali in modo piuttosto comico, con l'imboccatura situata sulla parte superiore di una zampa o di una coda, e due fori nella parte centrale.

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